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I padroni della notte


Regia:  James Gray         con Robert Duvall, Joaquin Phoenix, Eva Mendes, Mark Wahlberg

 

Trama: New York fine anni ottanta, l’edonismo impera nella grande mela e nei  locali alla moda al ritmo della black music scorrono fiumi di alcol e si sniffano righe di coca, ma dietro luci e belle ragazze incombono loschi figuri. Bobby, il rampante gestore del Caribe, una discoteca appartenente ad una famiglia russa che traffica in pellicce ed…altro, ha un contrastato rapporto col padre ed il fratello che sono delle vere istituzioni della polizia. Ben presto i due mondi vengono in rotta di collisione e nulla sarà più come prima, le verità verranno a galla brutalmente, sconvolgendo certezze e rapporti consolidati…….

 

La sequenza iniziale tra la Mendes e Phoenix è sensualità allo stato puro e richiama certe torbide atmosfere ( mi viene da pensare a Lussuria), ma è un attimo perché  bussano alla porta e lo story board  ci trascina in un poliziesco allo stato puro che apre uno squarcio verosimile su una delle topiche classiche del cinema americano contemporaneo: l’unità della famiglia. Ecco dunque che la pellicola si dipana in un clima di dicotomica violenza, dominato dagli archetipi strutturali del genere, il bene ed il male hanno un confine sottile, tutti non sono quello che sembrano, o almeno non completamente. I personaggi, con le loro caratteristiche ‘di genere’ recitano il copione loro assegnato, Vadim è il diavolo tentatore, mefistofelico e spietato, Burt è l’eroe senza macchia e senza paura, il padre rigido, il poliziotto perfetto, che non scende a compromessi, ma che è portatore dei sani principi sociali, Joseph è il figlio perfetto che segue le orme di papà per dovere ma non per credo e da questo contrasto scaturirà il suo ‘crollo’, Bobby è l’anima contrastata, contesa da angeli e demoni, che sceglie il bene, ma lo fa perché ci crede o per ‘dovere’ ?, la bella Amada riempie lo schermo con la sua presenza  ‘carnalmente’ conturbante.

Scordate effetti speciali, esplosioni e ritmi frenetici, qui torniamo al poliziesco anni ottanta, alla quotidianità di tanti distretti di polizia resi famosi da vecchie serie tv , cruda realtà e non esplosiva azione da videoclip. Da annali l’inseguimento/sparatoria sotto il diluvio.

Una citazione di merito per Robert Duvall, alla soglia degli ottant’anni sempre credibile in qualsiasi ruolo, qua integerrimo poliziotto e padre contrastato.

Phoenix è la figura cardine della pellicola che si evolve, a costo di una grande sofferenza interiore, da vizioso viveur in vendicatore spietato, sacrificando affetti e sogni.

La colonna sonora accompagna la storia sottolineandone i passaggi chiave con temi cornice.

Da vedere

 

Trama: ***

 

Scenografia: ***

 

Colonna sonora: ***

 

Fotografia: ***

 

Impressione generale: ***              

 

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Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 21 marzo 2008 da in Cinema.

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